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Un sensore sotto agli scafi dei traghetti

L’ambiente marino è un “universo” incredibilmente complesso, dove interagiscono organismi di ogni tipo e dove le condizioni fisico-chimiche cambiano in continuazione nello spazio e nel tempo.
Lo sanno bene i ricercatori del Laboratorio di Ecologia del Professor Gianluca Sarà del DiSTeM (Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare), all’Università di Palermo, che sono abituati a studiare il ruolo della biodiversità sul funzionamento dei sistemi ecologici e che, grazie a un metodo innovativo, si occuperanno di rilevare i dati di molte variabili ambientali per il progetto Conceptu Maris.

“Assemblando diversi sensori open source, abbiamo progettato un dispositivo che sarà applicato alle enormi chiglie dei traghetti coinvolti nel progetto” – spiega Francesco Paolo Mancuso, ricercatore del DiSTeM. “Durante la navigazione registreremo in continuo i valori della temperatura dell’acqua, i livelli di ossigeno, il pH, la salinità e la posizione. Basterà collegarsi con un computer via internet al dispositivo per avere tutti i dati a portata di mano”.

Incrociando queste preziose informazioni con quelle provenienti dai monitoraggi visivi e dalle analisi del DNA ambientale delle specie, i ricercatori creeranno poi dei modelli spaziali e temporali per capire come le variabili ambientali influenzano la distribuzione o la presenza di cetacei e tartarughe in qualunque punto del nostro mare. Il dispositivo sarà utilizzato su quattro rotte nel Tirreno e nel Canale di Sardegna.

Contenuto a cura di Triton Research in collaborazione con Università degli Studi di Palermo
Foto: Archivio Canva