Globicefalo

Nome comune: Globicefalo
Nome scientifico: Globicephala melas

Direttiva Habitat: Allegato IV. Stato di conservazione MED: “Cattivo” (Bad)

Lista rossa IUCN: “Minor preoccupazione” (LC) a livello globale. In Mediterraneo sono documentate due distinte popolazioni residenti: quella dello Stretto di Gibilterra, recentemente considerata “In pericolo critico” (CR), e l’altra, principalmente presente tra il Mare di Alborán e il Mediterraneo occidentale, che è considerata “In via di estinzione” (EN).

Possibilità di avvistamento
Nell’emisfero australe i globicefali si trovano nelle acque temperate fredde e subpolari, mentre nell’emisfero settentrionale stanno solo nell’Atlantico settentrionale e nel Mediterraneo. Sono generalmente nomadi ma esistono anche alcune popolazioni residenti. Sebbene normalmente abbiano una distribuzione oceanica, i globicefali possono anche avvicinarsi alle zone costiere. In Mediterraneo prediligono acque profonde di mare aperto, oltre la scarpata continentale., È una specie regolare nel bacino occidentale del Mediterraneo: Stretto di Gibilterra, Mare di Alborán e Golfo di Vera. Nelle altre aree del Mediterraneo occidentale, Baleari, Golfo del Leone, Mar Ligure, si avvistano con una certa regolarità. Nel Tirreno frequentano principalmente l’area centro-sud dell’Arcipelago pontino e la costiera campana. Estremamente sporadica la presenza nelle aree più orientali del bacino.

Come riconoscerlo in mare
Dimensioni: presenta notevole dimorfismo sessuale. I maschi raggiungono i 6 metri e superano le 2 tonnellate; le femmine, più piccole, raggiungono i 5 metri per 1 tonnellata.
Il suo corpo allungato e il capo globoso lo rendono inconfondibile. Il rostro è molto piccolo e la pinna dorsale è in posizione mediano-avanzata, caratterizzata da una base maggiore rispetto all’altezza, con margine posteriore molto concavo e con la punta arrotondata e incurvata. Le pinne pettorali sono lunghe e sottili, a forma di falce, e il peduncolo caudale è molto convesso e stretto lateralmente. È di colore nero ebano, mentre i piccoli alla nascita sono molto più chiari. Gli adulti presentano una caratteristica macchia sul petto e sul ventre color grigio-bianco, a forma di ancora: le “marre” (le appendici dell’ancora) si allargano simmetricamente sotto il mento e il fuso prosegue su tutto il ventre fino a sfumare sulla zona genitale. Le immersioni possono durare 10-15 minuti e il suo soffio supera il metro di altezza.

Note biologiche
Cetaceo odontoceto, appartenente alla famiglia Delphinidae. Ha una dieta molto varia, ma predilige i cefalopodi. La maturità sessuale viene raggiunta dalla femmina a 6 anni, dal maschio a 12 anni. Dopo l’accoppiamento, che avviene generalmente in estate, la gestazione dura circa 12 mesi: il piccolo alla nascita pesa circa 70-80 kg ed è lungo 1,5-1,8 metri. Lo svezzamento dura quasi due anni (20-27 mesi) durante il quale il piccolo impara, oltre che a cacciare, le regole della “società”. È, infatti, una specie fortemente gregaria: la media dei gruppi studiati in Mediterraneo va dai 10 ai 30 esemplari. Questi gruppi sono matrilineari, con i piccoli che rimangono con le loro madri fino all’età adulta. Nonostante siano stati visti gruppi formati solo da maschi, i giovani globicefali maschi generalmente non lasciano il loro gruppo materno per tutta la vita. Sembra che i maschi si accoppino al di fuori dei propri gruppi familiari quando più gruppi di globicefali si uniscono in grandi aggregazioni.
La vita media di questi mammiferi marini è di 40-50 anni.

Curiosità

  • È uno dei delfinidi di maggiori dimensioni. In alcuni casi si trovano in gruppi misti con altre specie, come i tursiopi. In Mediterraneo sono stati osservati comportamenti aggressivi nei confronti del capodoglio.
  • Le femmine possono continuare ad allattare e prendersi cura dei piccoli di altre femmine fino a 15 o 20 anni dopo la fine del loro periodo riproduttivo.
  • Il nome comune inglese “pilot whale” deriva da una vecchia teoria secondo cui i gruppi familiari erano guidati da un leader designato.
  • I globicefali sono fra le specie più spesso coinvolte in spiaggiamenti di massa, che possono arrivare ad interessare un centinaio di individui. Varie sono le teorie che tentano di spiegare l’origine di questi fenomeni. Tra questi ci sono incidenti di navigazione, che portano gli animali in acque inaspettatamente poco profonde, e anomalie nei campi geomagnetici della Terra causate da tempeste solari. In alcune occasioni potrebbero essere coinvolte attività umane e militari che producono forti rumori sott’acqua, come l’uso di sonar ad alta frequenza.
  • La specie Globicephala melas è stata tradizionalmente cacciata dai balenieri con la cosiddetta tattica della “guida” – per cui molti pescatori e imbarcazioni circondavano un gruppo di balene per poi spingerle lentamente a riva, dove le uccidevano. Questa pratica è stata comune sia nel Diciannovesimo che nel Ventesimo secolo, declinando solamente negli anni Novanta. Attualmente questo tipo di caccia viene effettuata solo nell’arcipelago delle Isole Faroe, tra Norvegia e Islanda – dove vengono uccisi ogni anno circa 1.000 animali.
  • I globicefali producono clic, ronzii, fischi, suoni di pulsazioni e richiami che possono variare a seconda del loro comportamento. Hanno uno dei repertori vocali più complessi tra le specie di mammiferi.
  • A volte emergono con l’intera testa e il corpo fino alla pinna per 3 secondi o più (comportamento noto come spy-hopping, come se osservassero l’ambiente circostante.