Zifio

Nome comune: Zifio
Nome scientifico: Ziphius cavirostris

Direttiva Habitat: Allegato IV. Stato di conservazione MED: “Sfavorevole-Cattivo” (Unfavourable-Bad)

Lista rossa IUCN: “Minor preoccupazione” (LC) a livello globale, seppure una stima di abbondanza ad oggi non esista perché è una specie molto difficile da monitorare. In Mediterraneo è stato recentemente valutato come “Vulnerabile” (DD), sulla base di una ridotta popolazione stimata ed un declino del numero degli individui maturi.

Possibilità di avvistamento
Predilige le acque profonde in mare aperto, in corrispondenza di scarpate e canyon sottomarini. Nonostante sia una specie cosmopolita, che si può trovare nella maggior parte delle acque temperate, subtropicali e tropicali del mondo, non facile da osservare. La popolazione del Mediterraneo è distinta da quella dell’Atlantico e può essere rinvenuta in diverse parti del bacino in specifiche aree in corrispondenza del suo habitat. È frequente nel Mar d’Alboran e lungo la costa della Grecia ionica. Nelle acque italiane è più frequente nel Mar Ligure nord-occidentale e nel Tirreno centrale.

Come riconoscerlo in mare
Dimensioni: i maschi raggiungono i 6 metri e le 2-3 tonnellate. Le femmine sono più piccole, fino a 5 metri e 1 tonnellata.
Ha corporatura robusta con una livrea variabile, che dipende dall’età e dal sesso. I nuovi nati e i giovani sessualmente immaturi hanno colore uniforme grigio scuro o bruno, con il ventre leggermente più chiaro. Gli adulti, invece, hanno una colorazione che va dal grigio ardesia al bruno-rossastro/giallo-arancio, con una regione più scura che circonda l’occhio. Invecchiando diventano più chiari e sviluppano una rientranza più significativa sulla sommità della testa e, come per il grampo, il corpo accumula più graffi e cicatrici, provocati dai denti degli altri maschi nei vari scontri.
Il capo è affusolato e la pinna dorsale è molto piccola e arretrata rispetto alla mediana. Non è, infatti, una specie molto veloce, raggiungendo “appena” i 5 km/h.
In mare, è difficile da osservare a causa del suo comportamento criptico: non emerge mai molto dalla superficie dell’acqua e il suo soffio è piccolo e poco appariscente.

Note biologiche
Cetaceo odontoceto, appartiene alla famiglia Ziphiidae. Si ciba principalmente di cefalopodi e occasionalmente di pesci. I maschi adulti hanno due piccoli denti a forma di cono che fuoriescono dalla punta della mascella inferiore e che vengono spesso usati per combattere. Raggiunge la maturità sessuale tra i 7 e gli 11 anni. Il parto può verificarsi tutto l’anno, ma avviene più spesso durante la primavera. Dopo un periodo di gestazione di un anno, le femmine danno alla luce un solo piccolo ogni 2 o 3 anni. La vita media è di almeno 35 anni, ma può arrivare fino a 60 anni. Si trova generalmente in piccoli gruppi di 2-5 individui.
Viste le sue frequenti e lunghe immersioni in acque profonde, non ci sono molte informazioni sulla biologia della specie.

Curiosità

  • Graffi e cicatrici vengono utilizzati dai ricercatori per la fotoidentificazione degli individui. È possibile, infatti, riconoscere i vari esemplari dai “disegni” sul corpo.
  • Ha capacità di immersione eccezionali: può restare in apnea per più di 2 ore e raggiungere profondità di oltre 2.000 metri per cacciare i calamari. L’immersione più profonda conosciuta è stata di 3.000 metri e la più lunga registrata è stata di 222 minuti, quasi 4 ore!
  • La colorazione bruno-rossastra o giallo-arancio del corpo è causata dall’infestazione di microscopiche diatomee e alghe.
  • Il rumore sottomarino rappresenta la maggior minaccia per la specie, tanto da provocare spiaggiamenti. È stato dimostrato che tale fenomeno è correlato alla concomitanza di esercitazioni militari e all’uso di sonar particolarmente potenti che inducono la risalita troppo rapida degli animali, con conseguenti embolie gassose; nel Mediterraneo l’incremento dell’uso di aria compressa (airgun) per prospezione geofisica è considerata una minaccia per la specie.